Parte con due giorni di lavoro, a Roma (il 22 e il 2 maggio), anche la II edizione di “Cantiere città”, il percorso di consolidamento delle competenze di progettazione culturale rivolto alle città finaliste dell’edizione 2025 di “Capitale italiana della cultura”: un’iniziativa promossa dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali e dal Ministero della cultura per valorizzare i progetti di candidatura e non disperderne il patrimonio di creatività, competenze e relazioni investito durante la competizione.
Sono presenti a questo primo appuntamento, di presentazione e di co-progettazione, i rappresentanti di tutte e dieci città finaliste: Agrigento, vincitrice del titolo, e Aosta, Assisi, Asti, Bagnoregio, Monte Sant’Angelo, Orvieto, Pescina, Roccasecca e Spoleto.
Accolti dal Capo di Gabinetto del Ministero della cultura, Francesco Gilioli, e dal direttore della Fondazione Scuola dei beni e delle attività, Alessandra Vittorini, sono ben 26 i presenti, tra profili tecnici (funzionari e dirigenti) e profili politici (sindaci e assessori).
Il primo giorno, presso la Sala Emeroteca del Ministro della cultura, i rappresentanti delle città hanno presentato ciascuno il proprio dossier di candidatura ponendo l’accento sul concept del programma, su attori e luoghi coinvolti, e soprattutto raccontando la visione del futuro della propria città e le potenzialità legate all’attuazione del progetto.
Ad ogni presentazione è seguito un confronto con le altre città e con tre esperti di politiche culturali cui la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali ha chiesto di accompagnare l’intero percorso di città: Luca Dal Pozzolo, Irene Sanesi, Sarah Dominique Orlandi.
Il secondo giorno, presso la sede della Fondazione Scuola dei beni e delle attività cultuali, in un’ottica di co-progettazione dei lavori futuri, i tre esperti hanno guidato altrettanti tavoli di lavoro tematici: sulla progettazione culturale (Luca Dal Pozzolo), sulla governance per la città culturale (Irene Sanesi) e sulla comunicazione partecipata (Sarah Dominique Orlandi).
È così che il confronto ha portato all’attenzione di tutti i temi percepiti come più urgenti: dalla valorizzazione degli specifici asset di ogni territorio, per avviare un racconto della città proiettato al futuro, alla crucialità del concept della sostenibilità (ambientale, economica e sociale), dalla promozione di un rapporto virtuoso pubblico-privato e del dialogo istituzioni-stakeholder in un’ottica di partecipazione attiva, all’attivazione di progetti culturali anche come strumento per contrastare il fenomeno dello spopolamento, in particolare delle fasce più giovani (universitari e post). Condivise tre linee strategiche: una progettazione ben strutturata che abbia ricadute positive di lunga durata, l’individuazione (tra i diversi modelli) della governance che meglio s’addice al territorio e agli obiettivi progettuali, il dialogo accurato e costante tra comunicazione istituzionale e processi partecipativi.
Tra giugno e dicembre 2023, il programma prosegue con un modulo comune rivolto collettivamente a tutte le città finaliste (tre corsi online dedicati all’approfondimento dei temi indiduati) e con un percorso individuale riservato ad ogni città finalista (tre workshop di sostegno nella attuazione della programmazione culturale della città).