La partecipazione alla gestione del patrimonio culturale
politiche, pratiche ed esperienze

Dal diritto del patrimonio culturale al diritto al patrimonio culturale: la Convenzione di Faro ha sancito una evoluzione (e una rivoluzione) di significato e prospettive che negli ultimi anni hanno investito il dibattito e le pratiche di definizione, gestione e valorizzazione del patrimonio culturale.
La Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali desidera contribuire a tale dibattito con una ricerca che ha l’obiettivo di studiare i casi di partecipazione alla gestione del patrimonio culturale nel contesto nazionale – identificando fattori abilitanti, opportunità, ostacoli e competenze necessarie al successo di tali processi – e di immaginare, in ultima istanza, percorsi formativi per professionalità in grado di sostenerli e animarli.
La Mappa delle comunità
Uno strumento dinamico, interattivo e in costante aggiornamento, una mappa che racconta.
Siamo in ascolto!
Con una rilevazione online, invitiamo tutte le comunità informali o formali (associazioni, gruppi, istituzioni) che operano nella gestione del patrimonio culturale a contribuire, con la propria esperienza, a questa fase di mappatura e ascolto: per condividere la propria storia, per entrare in una rete di realtà vicine e lontane, per valorizzare le persone coinvolte.
Il contesto
La ricerca in breve
Ma quali sono i fattori abilitanti alla base di tali processi? Quali le competenze chiave e le professionalità coinvolte?
Programma e obiettivi
Il progetto di ricerca prevede una prima fase di osservazione e mappatura delle esperienze portate avanti da comunità che operano nei loro territori applicando i principi della Convenzione di Faro. Con un loro coinvolgimento diretto, si indagano – tanto nel processo di costituzione e attuazione quanto nei risultati raggiunti – casi studio al fine di individuare i fattori abilitanti e raccogliere le storie e i motivi di successo (o insuccesso) delle diverse iniziative.
A seguito di una fase di analisi dei dati raccolti, si procede alla redazione di proposte di azione per i policy maker e alla definizione di piani formativi che sostengano la formazione iniziale e continua di nuove professionalità capaci di animare e sostenere tali processi di gestione partecipata del patrimonio culturale.
a che punto siamo
tutte le ricerche
Con il progetto di ricerca “Pianificare la tutela paesaggistica” la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, studia il complesso e delicato tema delle politiche per la tutela e valorizzazione del paesaggio: ricostruire il quadro dei modelli e dei processi di pianificazione paesaggistica nei diversi contesti storico-culturali, organizzativi e procedurali, consente di individuare fattori di criticità ed elementi di successo, per definire, infine, un set di raccomandazioni utili al miglioramento delle politiche pubbliche per il paesaggio, a partire dal sistema delle competenze di chi opera in questo settore.
Arte e Spazio Pubblico è un’iniziativa congiunta della Direzione generale Creatività Contemporanea del Ministero della cultura e della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali.
È una riflessione sull’arte nello spazio pubblico sul territorio nazionale, mossa dall’indagine sulla interazione, ora armonica ora conflittuale, tra le premesse teoriche e le pratiche progettuali, dal secondo dopoguerra ad oggi.
Il progetto si articola in momenti – consecutivi e complementari – di studio e ricerca, appuntamenti di formazione e occasioni di disseminazione.
“Ereditare il presente” è un progetto di ricerca che la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della cultura e la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali hanno avviato in forma congiunta. Studia il tema della tutela dell’architettura contemporanea con particolare riferimento alle architetture italiane del secondo Novecento realizzate a partire dal 1945.
La ricerca intende acquisire un quadro conoscitivo, attuale e aggiornato, sullo stato e sulla natura della tutela dell’architettura contemporanea, dedicando anche un doveroso approfondimento agli aspetti normativi e procedurali, con la prospettiva di creare una comunità competente sui temi della tutela del contemporaneo e di formulare una proposta di revisione dell’approccio alla tutela del contemporaneo e un aggiornamento degli strumenti in uso.
L’inedita situazione affrontata dal Paese a causa del Covid-19 ha spinto il settore dei beni culturali a interrogarsi sulle future sorti dei musei. La Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali ha partecipato sin da principio a questa riflessione collettiva con una specifica indagine. Attraverso la ricognizione sistematica e l’analisi ragionata dei contributi che hanno animato il dibattito, l’indagine documenta l’impatto dell’emergenza sanitaria sulla vita dei musei, con l’obiettivo di tracciare linee di intervento concrete per far fronte all’emergenza e strade praticabili verso l’innovazione.
Le competenze italiane in materia di conservazione e tutela, riconosciute a livello mondiale, impegnano i diversi istituti del Ministero della cultura e il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio in molteplici e diversificate iniziative di formazione, addestramento e assistenza all’estero.
Un quadro conoscitivo sistematico e organico di questa offerta formativa contribuisce a valorizzare l’impegno dell’Italia nella campo della cooperazione internazionale e della diplomazia culturale.
“ACTION Cultural Heritage. ACtivities and Training from Italy ON Cultural Heritage” è la prima ricognizione di questo tipo – riferita al biennio 2018-2019 – raccolta in un volume in italiano e inglese .
La ricerca nasce con l ‘obiettivo di acquisire un quadro conoscitivo dinamico sui profili professionali del patrimonio culturale e sui relativi sistemi di formazione e reclutamento, in Italia. L’indagine muove su due canali: da un lato, l’analisi del rapporto tra la formazione professionale e le ricadute nel mondo del lavoro; dall’altro lato, gli affondi sui profili professionali all’interno di una selezione rappresentativa dei luoghi della cultura.
I dati e le osservazioni che emergono dall’ indagine offrono più di uno spunto di riflessione per coloro che nell’attuale fase sono chiamati a disegnare i processi di lavoro dei professionisti del patrimonio culturale.