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programma Capitale italiana della cultura

analisi e valutazione dell'iniziativa

A partire dalla sua istituzione, il programma “Capitale italiana della cultura” ha raccolto candidature da numerose città in tutto il contesto nazionale, affermandosi come occasione di promozione di progetti di valorizzazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale. A otto anni dalla prima edizione, il Segretariato generale del Ministero della cultura desidera avviare una riflessione per analizzare e valutare gli effetti sui territori delle città vincitrici.

La Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, interessata a approfondire il modello “Capitale italiana della cultura” e ad analizzare gli aspetti metodologi relativi alla valutazione degli impatti dei progetti di sviluppo a base culturale, accompagna il Ministero in questo percorso di analisi e riflessione metodologica.

Il contesto

Il programma “Capitale italiana della cultura” è stato istituito nel 2014, a seguito della grande partecipazione delle città italiane alla selezione per la “Capitale europea della cultura” del 2019, che vide Matera come città vincitrice. L’iniziativa mira a “sostenere, incoraggiare e valorizzare la capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura” e a promuovere il miglioramento dell’offerta culturale e dell’accessibilità, sviluppare l’imprenditorialità nei settori culturali e creativi e favorire il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030.
Sono state insignite del titolo le città di Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena nel 2015, Mantova nel 2016, Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018, Parma nel 2020-2021. Procida è la capitale per il 2022, mentre Bergamo e Brescia, per il 2023.

Il progetto di analisi

La valutazione degli effetti degli interventi culturali è un tema particolarmente stimolante da un punto di vista scientifico e metodologico. Quali criteri e quali metodi adottare per valutare gli effetti a medio termine di una iniziativa? In quale misura è possibile applicare i metodi della ricerca sociale al campo culturale?
Sulla scorta dell’esperienza acquisita nel corso dello studio condotto nel 2019 per la valutazione degli impatti dell’Anno europeo del patrimonio culturale in Italia – indagine realizzata anch’essa in collaborazione con il Segretariato generale del Ministero della cultura – per il programma “Capitale italiana della cultura”, intendiamo realizzare un’analisi per la valutazione ex post e in itinere.
A partire da una riflessione metodologica sui più appropriati indicatori e metodi di misurazione, si intende valutare l’impatto ex post dell’iniziativa sulle imprese culturali e creative del territorio, sulla partecipazione culturale e sui policy maker. Inoltre, la valutazione in itinere del programma di Procida “Capitale italiana della cultura” 2022 permette l’applicazione sul campo di metodi sperimentali.
Risultato atteso complessivo di questo progetto è quello di fare un’analisi critica sui modelli per il monitoraggio e la valutazione in corso d’opera delle attività culturali e offrire possibili modelli o linee guida alle prossime capitali della cultura e agli operatori della cultura.

Le fasi

A seguito della creazione del gruppo di lavoro, si procede ad una prima analisi di contesto, attraverso lo spoglio della documentazione già disponibile: report, eventuali monitoraggi e programmi di valutazione realizzati dalle città vincitrici. L’individuazione di metodologie qualitative e quantitative da applicare sia per la valutazione ex-post delle passate “Capitali italiane della cultura” che per la valutazione in itinere del programma di Procida 2022, è funzionale alla raccolta e analisi di dati, a partire dagli indicatori individuati. Gli esiti della valutazione confluiscono, infine, in un rapporto di sintesi, nell’elaborazione di linee guida per la valutazione del programma “Capitale italiana della cultura” e in un database che sistematizzi i dati raccolti.

Gli esiti

Il volume

È online il volume “Capitale italiana della cultura. Dal 2015 al 2022: dati, esperienze, cambiamenti”.

La pubblicazione analizza gli effetti che l’iniziativa ha avuto sulle città che si sono assicurate il titolo: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna, Siena, Mantova, Pistoia, Palermo, Parma e Procida. Mettendo a confronto dossier, palinsesti, programmi, ideazioni e attuazioni, dati e testimonianze, lo studio ha ricercato quale sia stata la legacy dell’anno da Capitale sulla vivacità culturale, la partecipazione, l’attrattività turistico-culturale, le industrie creative e la governance.

Capitale italiana della cultura. Dal 2015 al 2022: dati esperienze cambiamenti

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