Nel 2003, con l’adozione della Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, UNESCO ha portato sul palcoscenico internazionale il primo strumento per la salvaguardia e la promozione del patrimonio culturale immateriale, un patrimonio fatto di tradizioni, di manifestazioni orali, di riti sociali e religiosi, di conoscenze e di pratiche artigianali. Si tratta infatti di un patrimonio tanto unico quanto fragile, che necessita riconoscimento e tutela. L’Italia ha ratificato la Convenzione nel 2007 e, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2021, sono stati quindici gli elementi italiani iscritti, attraverso un processo di candidatura, nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale UNESCO.
In questo contesto, la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, d’intesa con il Ministero della cultura, ha elaborato il Progetto per un Osservatorio del patrimonio immateriale UNESCO, un percorso che ha permesso di definire il modello di funzionamento e di ipotizzare le modalità operative di un Osservatorio nazionale dedicato agli elementi italiani iscritti nelle Liste UNESCO, per favorire la comprensione dell’importanza del patrimonio culturale immateriale e per promuovere la conoscenza di tale patrimonio presso i cittadini e le comunità.
Da questo progetto sono nati, grazie al contributo di esperti con profili scientifici specialistici in diverse aree afferenti alla gestione del patrimonio culturale e al patrimonio culturale immateriale, due distinti prodotti editoriali: il volume Il patrimonio immateriale UNESCO. Studio di progetto per un Osservatorio – che presenta una proposta di impianto organizzativo di un Osservatorio per il patrimonio culturale immateriale e dettaglia una serie di attività prioritarie, suggerendo possibili strumenti da utilizzare – e il quaderno Il patrimonio immateriale UNESCO. Il valore degli elementi italiani iscritti alla Lista rappresentativa, che rappresenta invece un prodotto più agile, funzionale non solo a diffondere la conoscenza degli elementi del patrimonio culturale immateriale come espressione fondamentale delle comunità che li producono e li praticano, ma anche a mettere in evidenza il loro valore intrinseco e identitario, impresso nel bagaglio di conoscenze e competenze trasmesse di generazione in generazione.