Know-how
Cultura e cambiamento climatico
al Festival dello sviluppo sostenibile 2023 di ASVIS
11 May 2023in diretta streaming sulla pagina Facebook dell’ASviS e sul canale YouTube dell’ASviS
Cosa possono fare il mondo della cultura e il patrimonio culturale per mettere in moto nuove visioni e comportamenti per il contrasto al cambiamento climatico? Con un ulteriore passo nella sua indagine su patrimonio culturale e cambiamento climatico, la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali partecipa alla settima edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile iniziativa, promossa dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).
A Bologna, l’11 maggio 2023, “Cultura e cambiamento climatico” è stato il tema dell’appuntamento curato dalla Fondazione Scuola dei beni e della attività culturali e dal Gruppo di lavoro cultura ASviS (coordinatrice Paola Dubini) che offre l’occasione per parlare di cultura e patrimonio culturale in relazione al cambiamento climatico: un interessante dibattito – rivolto tanto alla comunità scientifica quanto alla collettività – per confrontarsi su come affrontare i rischi e i danni che il cambiamento climatico sta causando al patrimonio culturale, per diffondere la conoscenza di buone pratiche di adattamento e di mitigazione, per condividere la costruzione di nuovi immaginari.
Il dibattito, strutturato in tre sessioni, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni e di esperti ma anche di artisti e registi che, a vario titolo, riversano il proprio impegno nell’ambito culturale. È stato introdotto da Paola Dubini, Coordinatrice del “Gruppo di lavoro trasversale Cultura per lo sviluppo sostenibile” dell’ASviS e da Alessandra Vittorini, Direttore della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali. All’incontro hanno preso parte: il regista Luis Ernesto Doñas, Alessandra Veronesi di As.Li.Co, Michele Lanzinger di Icom Italia. Alessandra Piganti, del Comune di Ferrara, Margherita Guccione del Maxxi, Rossana Morriello dell’Osservatorio Aib, Giusella Finocchiaro della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il ricercatore e artista sonoro David Monacchi ed Emanuela Carpani, Soprintendente di Milano.
Cultura e Cambiamento Climatico_programma
Con la tavola rotonda “Three key questions on culture/cultural heritage and climate change” nel 2022 la Fondazione aveva rivolto tre domande chiave su cambiamento climatico e cultura/patrimonio culturale a sei esperti internazionali – esponenti del mondo della ricerca, delle istituzioni, dell’attivismo e associazionismo, impegnati in attività di contrasto al cambiamento climatico. Invocare la presa di coscienza individuale o la responsabilità collettiva? Cercare di attivare la sfera affettiva o quella cognitiva? Ci sono alternative al cosiddetto Loss & Damage, ovvero la perdita di patrimonio cultura, materiale e immateriale? In quella occasione sono emerse differenti prospettive, in un dibattito vivace e non “disciplinare”, di cui c’è traccia nella successiva pubblicazione Three Key Questions on Culture, Cultural Heritage and Climate Change. Proceeding of the round table.
Oggi il dibattito continua, anche alla luce di un nuovo sondaggio “Cultura, patrimonio culturale e cambiamento climatico” che, dal 5 aprile al 2 maggio 2023 abbiamo rivolto alla nostra comunità di studiosi, operatori e professioniti del patrimonio culturale, raccogliendo 545 risposte, e i cui risultati sono presentati al Festival dello Sviluppo Sostenibile.
Se da una parte è emerso che la sensibilizzazione sul tema sia un obiettivo sostanzialmente raggiunto in modo trasversale su tutto il campione (il 98,2% è consapevole dell’impatto negativo che il cambiamento climatico può avere sul patrimonio culturale) dall’altra la ricerca ci indica che le istituzioni nazionali e sovranazionali (il cui contributo alla lotta al cambiamento climatico è centrale rispettivamente per l’ 87,3% e il 70,1 % del campione), oltre alle funzioni di tipo regolatorio e di controllo, possono giocare un ruolo fondamentale anche sul fronte di un’informazione più approfondita sul tema. Il 26,2 % del campione non è ancora a conoscenza della recente modifica dell’art. 9 della Costituzione che introduce la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi alla già presente tutela del paesaggio e del patrimonio culturale. Riguardo al tema dell’attivismo, si rileva che la maggior parte del campione (72,6%) disapprova i recenti episodi verificatisi su scala italiana ed europea, ritenendoli un mezzo totalmente inaccettabile (58,2%) ed inefficace (55,4%). Un dato in linea con quanto emerge anche dall’analisi del cluster “giovani” (under 35), il cui 67% del campione non ritiene tali azioni accettabili e il 72% non le reputa efficaci. Dall’indagine emerge inoltre quanto tali episodi evidenzino la necessità di trovare spazi di confronto e di azione e di aprire dialoghi costruttivi su una tematica così urgente.