Internazionale
3 Agosto 2022

Lo scorso luglio 2021, in occasione della partecipazione ai lavori della prima Ministeriale Cultura del G20, la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, di concerto con il Ministero della Cultura, ha presentato la proposta di una rete internazionale G20 di istituzioni impegnate nel campo del cultural business management, proposta accolta nella Dichiarazione di Roma.
Identificati, nei Paesi aderenti all’iniziativa, i soggetti attivi nel settore – tra istituzioni pubbliche e private, Università ed enti di ricerca, rappresentanze professionali – la Fondazione ha avviato con gli interlocutori interessati un processo sistematico di confronto, scambio e coprogettazione: prima attraverso la somministrazione di interviste finalizzate a identificare gli interessi e gli ambiti in cui lavorare a iniziative comuni, tanto di natura formativa che di diplomazia culturale; poi attraverso un’attività di programmazione attiva, organizzata tramite la formazione di gruppi di lavoro tematici, per l’identificazione di azioni concrete da realizzare all’interno del network .
Nei giorni del 25, 26 e 29 luglio 2022, i rappresentanti delle istituzioni coinvolte si sono così riuniti in modalità telematica in tre tavoli di lavoro, ciascuno focalizzato su uno dei temi chiave identificati grazie alle interviste precedentemente condotte dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali: lo sviluppo territoriale a base culturale e sostenibilità (culture and sustainable local development), l’accessibilità e la partecipazione culturale (community engagement for sustainable cultural heritage), le imprese culturali e creative (creative industries and entrepreneurship in the cultural sector).
Il 25 luglio, il Prof. David Fajolles, direttore della Fondazione Robert de Sorbon e professore di politiche culturali comparate presso la School of Public Afffair di Science Po (Francia), ha coordinato i lavori del primo tavolo tematico, incentrato sul tema della cultura per uno sviluppo sostenibile condividendo con i partecipanti una inedita lettura del tema “cultura e sviluppo sostenibile” legata all’ESG (environmental social governance) e della sostenibilità dei progetti culturali in una prospettiva di valutazione del rischio. Esplorare un tema così delicato e urgente, considerare il punto di vista del manager culturale e considerare le nuove competenze interdisciplinari necessarie ai professionisti operanti nel settore, ha fatto emergere la necessità di una visione condivisa sui temi della sostenibilità – anche sociale – tra tutti gli istituti facente parte della rete. Proprio per questo, tra le iniziative proposte a conclusione del tavolo, vi è l’organizzazione di un panel sui diversi approcci alla sostenibilità e su come questi approcci potrebbero convergere in un unico modello.
Nella giornata del 26 luglio, si svolge il secondo tavolo tematico, incentrato sui temi della partecipazione delle comunità per uno sviluppo sostenibile del patrimonio culturale e guidato dalla Prof.ssa Mary Mc Bride, direttrice del corso di laurea Creative Enterprise Leadership (CEL) in Arts and Cultural Management e Design Management del Pratt Institute (USA). Educare alla cittadinanza consapevole attraverso la cultura, bene comune da preservare e da valorizzare sia fisicamente che digitalmente per un mondo realmente aperto, inclusivo e sostenibile: questa la direzione di lavoro comune tracciata dal Tavolo (attraverso il metodo di pianificazione strategica CALM). Il gruppo ha quindi messo a confronto le pratiche di coinvolgimento delle comunità presenti nei vari Paesi di provenienza degli istituti coinvolti ed è emersa in particolare l’esigenza di dare voce alle comunità locali non solo nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio culturale, ma anche nella pianificazione di attività legate al turismo culturale che possano favorire uno sviluppo economico e sociale sostenibile. A tal fine, il tavolo si è chiuso con la proposta di lavorare ad un repertorio comune di buone pratiche in turismo culturale in cui centrale sia il protagonismo delle comunià.
Nel terzo e ultimo tavolo di lavoro, tenutosi nella giornata del 29 luglio, la dottoressa Sevay Ipek Aydin, direttrice dell’IEU+KREA_Creative Economy Research Application Centre della Izmir University of Economics (Turchia), ha invitato i rappresentati delle istituzioni coinvolte a discutere sulle industrie creative e sulla imprenditoria culturale. Sottolineando il ruolo che la cultura può avere come strumento per una maggiore inclusività sociale e generazionale, i partecipanti al tavolo hanno condiviso le proprie esperienze e hanno discusso dei progetti e delle attività formative comunemente intraprese dalle varie istituzioni nel campo dell’imprenditoria culturale. A conclusione dei lavori, è stata proposta un’attività di comparazione di tutte le attività di formazione promosse dalle istituzioni dei vari Paesi, in modo da poter verificare dove i programmi formativi di ciascun paese convergono e dove divergono, e costruire così una proposta per future collaborazioni.